Patricia Lee Smith era una bambina magrissima, figlia di due genitori della working class cresciuta nel New Jersey, con la testa piena di preghiere inventate e un amore sacro per le parole. New York è da sempre il suo grande amore, incubatrice dei sogni sin da quando, un lunedì di luglio del 1967, scende da un autobus alla stazione di Port Authority fino a oggi, mentre ripercorre gli stessi marciapiedi, trasfigurati, del Greenwich Village. Una biografia geografica, o una «geobiografia», ripercorre le tappe del «passaggio» newyorkese di Patti Smith: dai primi giorni sulle panchine di Washington Square, alla Brooklyn scoperta grazie al compagno-arcangelo Robert Mapplethorpe, dal famigerato Chelsea Hotel a mecche della musica come il cbgb e gli Electric Lady Studios, dalle prime performance strane e poetiche alla St. Mark's Church all'addio (per seguire il suo sposo Fred a Chicago) diventato poi un ritorno e un rinnovato voto di fedeltà. Un viaggio immersivo sulle tracce di una città che non c'è più ma le cui impronte sono ancora visibili. Una ricerca in absentia che porta l'autrice, anch'essa legata a New York da lacci sotterranei, a inseguire un oggetto che resta sostanzialmente inafferrabile e che culmina con la consegna di una lettera affidata al mondo e alle sue mani invisibili.
«Mia madre, a Princeton, ricevette un conciso telegramma: Apro libreria Parigi. Prego spedire soldi e mi mandò tutti i suoi risparmi». Così ha inizio la storia della piccola libreria di Sylvia Beach, la Shakespeare and Company aperta inizialmente al numero 8 di rue Dupuytren, il 19 novembre del 1919: una libreria che è diventata un mito ed è tuttora meta...
È la storia di una ragazza dalle lunghe gambe nervose quella che Paolo Cognetti ha raccontato in questo libro, che scorre sotto i nostri occhi come un docufilm. Milano, la montagna e la scrittura sono le cose che sente di avere in comune con lei. La ragazza ha attraversato una manciata di anni del Novecento: la sua famiglia borghese l’ha imprigionata nel...
Bruxelles, 29 ottobre 1927. Si è appena concluso il V Congresso Solvay della Fisica, che ha visto riuniti i fisici più illustri dell'epoca, gli stessi che ora si apprestano a partecipare a una cena di gala, ospiti dei reali del Belgio. C'è Albert Einstein, scherzoso come suo solito; Marie Curie, saggia e composta; Niels Bohr, che maschera bene la tensione...
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