Scott Fitzgerald conobbe Zelda Sayre nei mesi conclusivi della Prima guerra mondiale, quando lui era di stanza vicino a Montgomery, Alabama. Innamoratisi l’uno dell’altra, si sposarono presto. Scott mise subito in atto un’ambiziosa campagna per diventare “uno dei più grandi scrittori mai vissuti”; e Zelda, non paga di essere soltanto una musa, cominciò a studiare per diventare ballerina. Nel frattempo, viaggiarono, fecero baldoria, si ubriacarono, i loro nomi apparvero nei titoli dei giornali e si scrissero continuamente. Questa splendida collezione di lettere segue il percorso del loro matrimonio, dal romanzo da favola fino alla separazione finale, risultato dell’alcolismo di Scott e della discesa di Zelda nella malattia mentale. Bryer e Barks, i curatori dell’opera, hanno aggiunto appunti e note alla corrispondenza, arricchendola di informazioni utili e importanti. Essi suggeriscono che il matrimonio dei Fitzgerald fosse segnato sin dall’inizio, a causa delle rispettive patologie, ma entrambi gli sposi emergono come due persone intelligenti, operose ma ferite. Probabilmente, destinate a trovarsi. Nonostante l’alcolismo e gli alti e bassi nella carriera per lui, la malattia mentale e il ricovero ospedaliero per lei, la devozione reciproca tra Scott e Zelda Fitzgerald durò per più di vent’anni. La loro storia d’amore prende vita in questa raccolta di lettere pervase di passione, follia e dalla straordinaria vitalità e originalità di quel periodo.
Le inseparabili, che viene pubblicato in contemporanea con la Francia da Ponte alle Grazie e dunque in prima mondiale, è il racconto romanzato della straordinaria amicizia tra Simone de Beauvoir e Zaza (Elisabeth) Lacoin, dal loro incontro a scuola, nel pieno della Prima guerra mondiale, alla morte di Zaza nel 1929. La narratrice Sylvie/Simone è...
Questo è un regalo che Elinor Marianne ha fatto per Fenysia Scuola di linguaggi della cultura, che ha la sua prima sede a Firenze e che si intravede sullo sfondo dell' acquerello di Elinor Marianne.
I quaderni non hanno righe, e nemmeno quadretti. Sono spazi bianchi da riempire di idee, appunti, schizzi, frasi, stralci di libri. Fogli di carta porosa su cui scrivere un pensiero da ricordare o una ricetta da sperimentare; su cui tracciare una linea, un viso, o il nome di un bambino; su cui appuntare una parola che è nostra, perché ci descrive; un...
Nana è un gatto randagio che vive di espedienti. Con la sua bizzarra coda a forma di sette, è fiero della sua indipendenza. Ma un giorno ha un incidente. A salvarlo e a prendersi cura di lui è Satoru. Nana all'inizio non si fida di lui, graffia e si ritrae. Non è abituato all'affetto degli uomini. Anche Satoruda tanto tempo non permette a nessuno di...
Come distinguere le impronte di un lupo? Dove è meglio rifugiarsi se si è sorpresi da un temporale? Come riconoscere un albero dalle foglie? Peter Wohlleben sa guardare boschi e foreste con occhi curiosi ed esperti, e grazie al suo aiuto potremo anche noi carpirne i segreti più nascosti: impareremo a orientarci senza l'aiuto di una bussola; scopriremo...
A Fort-Lamy, nell'Africa Equatoriale Francese, il centro d'attrazione è l'Hotel del Ciadien. Il caffè-bar-dancing è di proprietà di Habib, una canaglia col sigaro perennemente alle labbra, il sorriso beffardo che non si rivolge a nessuno in particolare, ma pare destinato alla vita stessa, e di un suo protetto: de Vries, un giovane esile, eretto, capelli...
Pubblicato per la prima volta nel 1939 è uno dei primi romanzi dello scrittore italo-americano, riscoperto in Italia e in Francia alla fine degli anni Ottanta dopo un lungo periodo di dimenticanza. La saga dello scrittore Arturo Bandini, alter ego dell'autore, giunge in questo romanzo al suo snodo decisivo. L'ironia sarcastica e irriverente, la comicità...
Chi ha letto La donna di Gilles sa che non c'è un'altra scrittrice capace come Madeleine Bourdouxhe di raccontare gli sbigottimenti e le lusinghe dell'amore: senza sbavature né svenevolezze, ma con un'intensità e un'evidenza che hanno qualcosa di lancinante.
In questo secondo romanzo della Bourdouxhe (che Jonathan Coe ha definito «una delle più belle...
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