Quel che affidiamo al vento

Quel che affidiamo al vento

di LAURA IMAI MESSINA   |   PIEMME
Proposto per il Premio Strega 2020 da Lia Levi: «Non c'è ferro che possa trafiggere il cuore con più forza di un punto messo al posto giusto. Mi scuso per la citazione (è di Babel) ma vi assicuro che mi si è veramente affacciata alla mente, mentre leggevo, con crescente emozione, il libro di Laura Imai Messina. La storia parte da un fatto reale. In un giardino situato all'interno di uno dei luoghi più colpiti dallo tsunami del 2011 (siamo ovviamente in Giappone) qualcuno ha installato una cabina telefonica che custodisce un vecchio telefono nero. Non ha fili questo telefono, è collegato con il nulla. È li però che affluiscono migliaia di persone ansiose di parlare attraverso quell'apparecchio con i propri cari scomparsi. Il loro messaggio sarà il vento a trasmetterlo. È da questo commovente fenomeno che Laura Imai Messina ha tratto ispirazione letteraria. Quando si tocca il tema delle cadenze del dolore e della guarigione dal dolore si sfiora sempre il rischio che possa uscire una sorta di manuale consolatorio in stile new age. Niente di più lontano dalla prova di finezza psicologica e grande scrittura che ha saputo realizzare questa autrice italo-nipponica. Ne è venuto fuori un testo schivo e poetico, dove la tragedia che ha colpito i due protagonisti e il loro risveglio alla vita, è raccontato attraverso piccoli tocchi incisivi del quotidiano che centrano l'obbiettivo molto più di una sia pur tragica visione di insieme. Imperdibile per trafiggere le scene con cui, attraverso rapidi flash ci viene presentato il mostro, lo tsunami figlio dell'apocalisse che, al passaggio, fa strage indistinta di cose, persone e voglia di vita di chi ce l'ha fatta a scampare.»
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Autore
LAURA IMAI MESSINA
01019
1 Articolo
Nuovo prodotto
2021-06-07
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