La piccola conformista

Esther sembra una bambina di destra nata per sbaglio in una famiglia di sinistra negli anni Settanta a Marsiglia. Sogna l'ordine, il rispetto delle regole, una vita normale, invece in casa sua, a parte lei, tutti sono eccentrici, girano nudi, si lanciano i piatti quando litigano. La madre, anticapitalista e sessantottina, lavora come segretaria al municipio di Marsiglia. Suo padre è un ebreo francese nato in Algeria, ed esorcizza l'ansia di un prossimo olocausto stilando liste maniacali di compiti da svolgere. Si aggiunge poi un fratello minore iperattivo e i nonni paterni che vivono nel ricordo nostalgico del loro passato nell'Algeria francese e trascorrono le giornate giocando alla roulette con i ceci che serviranno a cucinare il cous cous domenicale. Ma l'ombra della violenza portata dalle crisi maniacali del padre e dalle sue inquietudini intossica costantemente la vita famigliare. L'esistenza di Esther subisce una svolta quando i genitori, imprigionati nelle loro contraddizioni, decidono inspiegabilmente di mandarla in pasto al nemico, ossia in una scuola cattolica nel quartiere più borghese di tutta Marsiglia. Da qui Esther osserva e riflette sulla sua famiglia, sullo stile di vita dei genitori, dei nonni e delle sue compagne, sorretta da uno sguardo ironico e lucido, fin quando un segreto custodito a lungo in famiglia metterà tutto in discussione. Un romanzo comico e appassionato sulla normalità, in cui l'assurdo diventa logico e la follia razionale e in cui lo humour e la serietà si bilanciano perfettamente.