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Roland Barthes ci ammoniva a proposito degli aggettivi, richiamando alla nostra attenzione quanto fossero carichi dell'immaginario e dell'ideologia di un autore. In Marotta il primo aggettivo a venirci incontro è <>, che segna ancora una volta l'umbratile personalità di un viaggiatore malinconico; ma è anche il viaggiatore che s'avvia sotto il cielo, altrettanto oscuro, di una <>. C'è molto Novecento in questo autoritratto che prosegue, impietoso, nel magro bilancio di una sconfitta: se il viaggio è una <>, il tragitto si è complicato, finanche sottratto e nessuna <> è mai giunta a destinazione; ma forse, è proprio in questa sconfitta la natura più vera della poesia, e in particolare dei versi di Marotta. Dalla Introduzione di Roberto Deidier.