L'innamorato della montagna

Durante un lungo viaggio al sud Italia, su una carrozza nient’affatto comoda, seguiamo il protagonista e il flusso costante dei suoi pensieri, dei ricordi e delle riflessioni ispirate dal paesaggio. Bloccata dal maltempo, la vettura è costretta a fermarsi per la notte in una vecchia taverna. Le camere sono quasi tutte occupate, e il narratore è costretto a dividere l’ultima con uno sconosciuto e fastidioso viandante. Dopo uno stufato di inaudita pesantezza – “sono passati sette anni, e ancora non posso guardare una pecora senza provare un senso di ribrezzo” scrive l’autore – e un sonno breve e agitato, il tono della storia cambia, e l’ansia che la permeava lascia il posto a una narrazione delicata e affettuosa. Una musica di straziante dolcezza attira il protagonista fuori dalla sua stanza e lo porta a incontrare “l’innamorato della montagna”: un uomo che vive da solo, e di notte suona una dolce melodia per la sua amata, lontana, gelida e irraggiungibile.